Caterina ha 44 anni, un lavoro, una casa a due piani e una famiglia rumorosamente presente: marito (Nicola) e due figli (Alvise, 14, e Matteo, 12). Ma ciò che davvero turba le sue serate non sono le bollette, il traffico o i gruppi WhatsApp della scuola. È una presenza inquietante, un'ombra sfuggente: le sue cuffiette bluetooth, che sembrano vivere di vita propria, come piccoli spiritelli domestici.
Il dramma, va detto, esplode ogni sera verso le 22:30. Caterina si sistema nel letto, accende Netflix, appoggia il telefono sul comodino… e si accorge che le cuffiette non ci sono. Anzi, peggio: sono giù. “ALVIIIIISE! MATTEOOOO! Me le portateee?” grida con la disperazione di una diva d’opera. “Mamma sei già in pigiama, non puoi scendere da sola?” chiede Matteo, affacciandosi dalla cameretta. “Sono figlia unica, lo capite?” urla lei. “Non ho fratelli a cui chiedere queste cose. Ho solo voi!”
Una sera ha provato a scendere in vestaglia e ciabatte. Ha sbattuto il mignolo contro lo spigolo del divano e ha lanciato un urlo che ha svegliato anche i vicini. Un’altra volta, Nicola gliele ha tirate da sotto, al volo, con una mira da giocatore NBA. Lei le ha prese al volo con un grido di vittoria. “Vedi amore? Quando vuoi, sei romantico.”
Le soluzioni non sono mancate, ma tutte tragicomiche. Ha provato con le cuffie con filo: il filo si è impigliato nella zip del piumone. Ha pensato a tenerle sempre in camera, ma la mattina le servono in cucina. Ha attaccato un post-it al frigorifero con scritto “RICORDA LE CUFFIETTE” ma si è incollato al burro e nessuno l’ha mai più letto. L’ultima idea è un “ascensore per oggetti” fatto con una borsa e una carrucola legata alla ringhiera delle scale. “Sembra una roba da convento medievale, ma almeno funziona… quando non si impiglia nei pomelli.”
Caterina intanto continua a sognare serate tranquille a letto, con le cuffiette già pronte sul comodino. Ma anche stasera, mentre parte la sigla di una nuova serie, la domanda si ripete: “Ragazzi… le cuffiette qualcuno me le porta o vado giù in mutande?”